Stadt: Milano, Italien

Frist: 2016-02-20

Beginn: 2016-09-22

Ende: 2016-09-22

WORKSHOP NELL’AMBITO DEL PROSSIMO CONGRESSO DELLA SOCIETÀ DI LINGUISTICA ITALIANA (Milano, settembre 2016)

PROPOSTE DI CONTRIBUTI / CALL FOR PAPERS

Nella comunicazione verbale naturale (soprattutto scritta), gli enunciati sono spesso costruiti con schemi sintattici basici – nei quali il verbo è accompagnato da uno o più argomenti con funzione di soggetto, oggetto diretto e/o complementi – espansi a livello sintattico e arricchiti a livello semantico-pragmatico da costituenti frasali non argomentali, che codificano per esempio informazioni relative al tempo, al luogo e al modo in cui si svolge l’evento denotato dalla struttura sintattica di base. Questi costituenti coincidono con sintagmi avverbiali di tempo (ieri, la settimana scorsa ecc.), di luogo (qui, in questo ufficio) e di modo (rapidamente, bene ecc.) e operano a livello della predicazione centrale (avverbi di modo) o estesa (avverbi di tempo e di luogo). Accanto a queste forme, esiste poi un gruppo di avverbi molto importante, in termini sia quantitativi sia qualitativi, che modifica un’intera frase (o proposizione) e codifica informazioni legate all’atteggiamento del parlante nei confronti del contenuto proposizionale espresso (cfr. probabilmente, purtroppo, davvero ecc.: Venier 1986, 1991; Lonzi 1993; De Cesare 2003; Pietrandrea 2005), all’atto illocutivo compiuto dall’enunciato (francamente, personalmente ecc.) e alla validità della proposizione espressa (ufficialmente, botanicamente, abitualmente ecc.). Gli studi tipologici mostrano che questi avverbi – detti avverbi di frase (AvvF) – sono tipici delle lingue europee, in particolare delle loro varietà scritte (Ramat & Ricca 1998).

Mentre la classe degli AvvF è ben descritta soprattutto nelle lingue germaniche (inglese, tedesco e neerlandese: cfr., tra molti altri, Schreiber 1971, Bellert 1977, Lang 1979, Koktova 1986, Swan 1988) e in alcune lingue romanze (francese e spagnolo: cfr. Martin 1974; Sabourin & Chandioux 1977; Naegeli Frutschi 1987; Nølke 1988, 1993; Nøjgaard 1992-1995; Molinier 2009; Molinier & Levrier 2000; Martinell 1993), essa non ha goduto di molto interesse nell’ambito della linguistica italiana (cfr. tuttavia le riflessioni proposte nei lavori di Lonzi 1981, 1991; Pecoraro & Pisacane 1984; Cinque 1998, 1999; Bertuccelli Papi 1989; Suomela-Härmä 1991; Zampese 1994; Ramat 2004; Prandi 2007; in prospettiva diacronica, cfr. anche Ricca 2008, 2010) e alcune sotto-classi di AvvF sono tutt’ora poco esplorate. È il caso degli AvvF cosiddetti di dominio o di inquadramento (come ufficialmente, botanicamente ecc., sui quali si veda sostanzialmente Bertuccelli Papi 1992; per le altre lingue, cfr. invece Lenker 2002, Ernst 2004, Klump 2007, Lindquist 2007, Diepeveen 2013). Per l’italiano, manca inoltre un volume di riferimento dedicato agli AvvF e scarseggiano studi comparativo-contrastivi che mettano in rilievo le peculiarità dell’italiano rispetto ad altre lingue (per un confronto italiano-spagnolo relativo alla classe morfologica degli avverbi in -mente, cfr. Lenarduzzi 2004).

Il principale obiettivo del laboratorio consiste nell’approfondire le nostre conoscenze degli AvvF in primis in italiano contemporaneo. S’invitano dunque proposte di comunicazione che affrontino problemi teorici, descrittivi e metodologici legati alla classe degli AvvF (o di un sottotipo di AvvF). Le comunicazioni potranno proporre in particolare una riflessione:

a) sulla definizione stessa di avverbio di frase (o di un sottotipo di AvvF), sulla sua storia e sulla sua importanza nella tradizione linguistica italiana e di altri paesi;

b) sulle classificazioni degli AvvF (o di un sottotipo di AvvF) proposte finora per l’italiano e un confronto con quelle proposte per altre lingue; una riflessione sui criteri che fondano queste classificazioni e sulla natura della batteria di test linguistici impiegati o da impiegare nella descrizione e sotto-classificazione di queste forme;

c) sui modelli teorici adottati finora o da adottare ai fini della descrizione semantica, funzionale, prosodica, informativa ecc. degli AvvF (o di un sottotipo di AvvF);

d) sulle proprietà prosodiche, morfologiche, sintattiche, semantiche e/o pragmatiche (struttura informativa) degli AvvF (o di un sottotipo di AvvF) in italiano contemporaneo; così come sulle proprietà sociolinguistiche (variazione a seconda di coordinate sociali e situazionali) e testuali degli AvvF (o di un sottotipo di AvvF);

e) sulle principali somiglianze e differenze tra gli AvvF (o di un sottotipo di AvvF) dell’italiano e di altre lingue (grado di produttività, frequenza d’impiego, funzioni in diversi tipi di testo ecc.).


Relatore invitato: TBA

Comitato scientifico: Michele Prandi (Genova); Ignazio Mauro Mirto (Palermo); Anna-Maria De Cesare (Basel)

Invio delle proposte, tempi e modi per la selezione
Le proposte di contributo, da 2 a 3 cartelle (4.000-6.000 caratteri), dovranno pervenire entro il 20 febbraio 2016
all’indirizzo: anna-maria.decesare@unibas.ch

L’accettazione o meno delle proposte sarà comunicata entro il 20 aprile 2016.

Beitrag von: Anna-Maria De Cesare

Redaktion: Christof Schöch